Villa Mazzarosa - Segromigno in Monte
Disponibile per eventi culturali
Villa Mazzarosa si trova in località Segromigno in Monte ed appartiene ai primi del XVII secolo.
I terreni ed un fabbricato, prima di diventare proprietà dei Mazzarosa, appartennero agli Arnolfini, agli Orsucci e ai Lucchesini.
Della proprietà si hanno notizie certe da un rogito del 27 gennaio 1622, Matteo dei Santi Bernardi di S.Pietro a Marcigliano, che vende a Francesco di Alessandro Mazzarosa terre indicate in località al Rio Sana ed in un successivo rogito del 1° febbraio 1629 risulta che "Filippa, figlia di Arnolfino Arnolfini, e moglie di Gherardo di Nicolao Pacini di Lucca" vende a Francesco di Alessandro Mazzarosa beni con casa in Comune di Segromigno in Monte in località detta "Alla Torraccia".
Alla primitiva costruzione il Mazzarosa apportò diverse modifiche e in un carteggio del 1634 dell'Abate Paolo Cenami si ha una descrizione del definitivo impianto della villa. L'edificio ha una semplice forma a parallelepipedo con la doppia rampa nella facciata a valle, che supera l'altezza del seminterrato per dare accesso al piano rialzato, mentre sulla facciata a monte una gradinata incassata tra i due corpi laterali immette al piano rialzato.
Nel salone il soffitto corrisponde con quello del primo piano pensile che collega le varie stanze del piano superiore. La sala è ornata di delicati stucchi della fine del XVIII secolo che ne coprono le pareti ed il soffitto. A nord un secondo salone, probabilmente in origine un portico aperto, si affaccia con grandi vetrate sul giardino che fu piantato nella sua forma attuale da Antonio Mazzarosa intono al 1810 e successivamente arricchito nel 1830 da un "Famedio", tempietto neoclassico, di forma circolare, destinato a contenere le opere degli illustri uomini lucchesi.
Il grande parco della Villa è interamente circondato da un muro a secco; il cancello d'ingresso costituito da grandi pilastri in pietra di macigno, non è in asse con la villa mentre il viale di accesso è in linea con il giardino formale, che già compare in disegni della prima metà del settecento, racchiuso da una ringhiera con alabarde ed un cancello, formato da una massiccia base su cui poggiano quattro colonne sormontate da un putto seduto sulle code di tre delfini. Quest'ultimo è ornato da una grande vasca ovale al centro e da un ninfeo decorato da mosaici in ciottoli e statue in cotto, ninfeo per il quale fu chiesto un progetto nel 1714 all'architetto Filippo Juvarra che presentò una serie di disegni con diverse soluzioni scenografiche, che non fu mai eseguito.
Un altro ninfeo si incontra lungo il percorso davanti alla facciata principale della villa e presenta analoghi mosaici ed un mascherone dal quale scorreva l'acqua. Un piccolo torrente, che approvvigiona l'acqua a tutta la proprietà, scorre nel giardino e defluisce in una vasca simile a un laghetto tra alberi secolari di liriodendro.
A nord si trova un boschetto di camelie centenarie ombreggiate da platani.
Nel parco si incontrano inoltre una limonaia, una piccola cappella, vari fabbricati colonici e una casa destinata ai giardinieri. L'aspetto attuale del parco e della villa sono il risultato delle opere apportate ai primi dell'Ottocento da Antonio Mazzarosa, uomo politico di grande prestigio e cultura, e si sono conservate pressoché immutate nei secoli essendo pervenuta all'attuale proprietaria Barbara Maria Mac Neil in Silvestrini, nipote diretta della marchesa Elena Mazzarosa Devincenzi in Cenami, per successione ereditaria.