La Via della Memoria

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    Ormai da molti anni, Capannori sta portando avanti il progetto della Via della Memoria che consiste nella valorizzazione dei luoghi della nostra memoria storica, promuovendo i valori della libertà e della solidarietà.

    Passeggiando a Capannori, è possibile scoprire posti che in passato sono stati teatro di eventi importanti e significativi, luoghi che raccontano le tante piccole, grandi storie che hanno fatto la Storia.

    I Luoghi

    1. Ruota, casa natale di don Aldo Mei. Presso la canonica si trova una lapide commemorativa. Don Aldo Mei (1912 - 1944) è stato un personaggio importante nell'ambito della Resistenza italiana, ucciso alle porte di Lucca.

    2. Pieve di Compito, la canonica. Durante l'occupazione tedesca il parroco don Nello Marcucci e il clero del Compitese nel suo complesso svolsero insieme al Comitato di Liberazione nazionale locale una vitale opera di assistenza alla popolazione civile e di resistenza, dando rifugio a famiglie di ebrei, ai soldati evasi dal campo di prigionia di Colle di Compito, ai partigiani e ai renitenti alla leva fascista.

    3. S. Andrea di Compito, Villa Campetti (oggi Torregrossa). Sede del Comando tedesco (così come Villa Borrini), ma anche residenza del prof. Gaetano Campetti, socialista e presidente del locale CLN sposato con Felicia Baumgarten, ebrea polacca, che operò quale interprete col Comando tedesco.

    4. S. Leonardo in Treponzio, la canonica. 1943-1944: il parroco, don Paolo Ghiselli tiene nascosto presso la canonica soldati inglesi evasi dal campo di prigionia di Colle di Compito ed ebrei.

    5. Ferrovia Lucca-Pontedera. Tra l'1 e il 6 agosto 1944 la ferrovia subisce diversi bombardamenti aerei alleati. In uno in località detta Francese, (tra S. Ginese e Pieve di Compito) muore Frediani Antonio, 75 anni, di Pieve di Compito. Il 6 agosto viene bombardata la stazione di S. Ginese.

    6. S. Andrea di Compito (Vallegrande, una croce in loco). Nel corso di un rastrellamento tedesco della zona, il 23 luglio 1944 vengono uccisi due giovani carbonai inermi di S. Andrea di Compito: Giovanni Giovannetti (35 anni) e il nipote Stenio Frediani (18 a.).

    7. Pieve di Compito, loc. detta Fabbrica (lapide commemorativa in loco). Il 28 luglio 1944, viene ucciso dai tedeschi il partigiano Brunero Paoli (24 anni), operante sui Monti Pisani e originario del rione del Bastardo di Lucca.

    8. Il Romitorio. Antico insediamento eremitico, durante l'occupazione tedesca divenne un luogo di rifugio per molti dei circa 8-10 mila sfollati che affluirono nel Compitese, dove trovarono soccorsi e assistenza alimentare.

    9. Campo di Concentramento di Colle di Compito (lapide commemorativa in loco). 1940-1943, Campo di prigionia per soldati inglesi e alleati; 8 settembre 1943, teatro dell'unico episodio in Lucchesia di resistenza armata di alcuni militari italiani contro i tedeschi che occupano il Campo (muoiono tre soldati italiani) al seguito del quale fuggono centinaia di prigionieri di guerra che vengono poi aiutati dalla popolazione civile locale; 1943-1944, trasformazione del Campo di prigionia in luogo di detenzione per civili. NB. Per circa un anno la popolazione civile capannorese, in particolare del Compitese e dei paesi delle colline settentrionali, protegge e aiuta questi ricercati, svolgendo una fondamentale opera di resistenza civile e di solidarietà. Era prevista la pena di morte a chiunque concedesse ospitalità o qualunque forma di aiuto ai prigionieri evasi.

    10. Tassignano, stazione ferroviaria. Il 12 e 23 giugno 1944, la stazione ferroviaria di Tassignano viene bombardata.

    11. S. Margherita. Il 12 aprile 1944, rastrellamento di 17 uomini nel paese ad opera dei tedeschi e di militi fascisti. Di questi 3 vennero deportati in Germania.

    12. Capannori, Corte Bertolucci. Nel giugno 1944 i tedeschi concentrarono circa 1.000 uomini nella corte di Bertolucci Domenico, trasformandola in una sorta di centro di raccolta e deportazione dei civili.

    13. Capannori. Tra il 1° e il 5 settembre 1944, gli Alleati bombardano il paese di Capannori, non sapendo che i tedeschi si erano già ritirati. 2 morti e 3 feriti tra la popolazione civile.

    14. Capannori, lato settentrionale della Chiesa. Il 27 dicembre 1944, un cannoneggiamento tedesco provoca 2 morti e 4 feriti tra la popolazione civile e forti danni alle abitazioni e alla Chiesa.

    15. Lunata, piazzale della Chiesa, monumento ai "martiri lunatesi". Il 16 agosto 1944, a seguito di una delazione, vengono arrestati deportati nel carcere di Nozzano Castello e poi uccisi il parroco don Angelo Unti, il viceparroco don Giorgio Bigongiari e altri 9 lunatesi. Il rastrellamento operato dai tedeschi mira a colpire l'attività resistenziale del gruppo di giovani formato da don Giorgio Bigongiari, che faceva riferimento alla rete di assistenza agli ebrei e di resistenza organizzata dagli Oblati del Volto Santo (tra i quali si ricordano don Arturo Paoli, don Sirio Niccolai e altri).

    16. Lammari (presso Chiesa di S. Cristoforo). Il 28 aprile 1944, cinque ragazzi muoiono ed altri rimangono feriti giocando con un ordigno inesploso. È uno dei numerosi episodi che durante e dopo la guerra provocano un elevato numero di vittime tra la popolazione civile, in particolare bambine e bambini.

    17. Marlia, fattoria della Villa Reale. 8-10 settembre. Fuga di un centinaio di prigionieri di guerra e aiuto da parte del personale della Villa e della popolazione locale.

    18. Marlia. Ricordo della Shoah del popolo ebraico L'8 dicembre 1943, sono arrestati e internati nel campo per prigionieri razziali di Bagni di Lucca 8 cittadini di religione ebraica. Verranno deportati nei campi di sterminio.

    19. Marlia, piazza con targa commemorativa di Enzo Landucci. Il 10 dicembre 1944 Enzo Landucci, giovane partigiano originario di Marlia, viene ucciso a Molazzana. Dopo la liberazione del territorio comunale aveva proseguito la sua opera di partigiano al seguito dell'esercito alleato.

    20. Matraia, Villa Pardini. Fuga di circa 50 prigionieri di guerra. Sono aiutati dal parroco del paese e dalla popolazione locale. L'8 ottobre 1943 Matraia subisce anche un operazione di rastrellamento da parte dei tedeschi che cercavano i prigionieri evasi, che fortunatamente non vengono trovati.

    21. Segromigno in monte, fattoria di S. Pancrazio, 8-10 settembre 1943. Fuga dei prigionieri di guerra e aiuto da parte della popolazione locale.

    22. Segromigno in Monte, la canonica. Giugno-luglio 1944: il parroco don Pietro Bandettini nasconde presso la canonica 16 giovani del paese ricercati dai tedeschi.

    23. S. Colombano, Villa Matteucci. Sede gendarmeria tedesca e luogo di prigionia (vi viene arrestato il 19 giugno 1944 e poi fucilato il partigiano Luciano Amadi) (episodio da verificare).

    24. Gragnano e Lappato (loc "Erta" e "Leccio"). 6 luglio 1944: rastrellamento di circa 300 tra paesani e sfollati (tra essi Sergio Mariani)

    25. Lappato, Villa "Baldoria" - fabbrica di laterizi SALLA (detto il Fornacione). Circa 50 prigionieri inglesi fuggono da Villa "Baldoria", a Lappato dove risiedevano per lavorare alla fabbrica di laterizi SALLA, distante poco più di 100 metri). Si rifugiano nei boschi e nei monti vicini (a Lappato Gragnano, Petrognano, ecc. alcuni si spinsero fino a Boveglio, il Morianese e la Brancoleria) La popolazione civile li aiuta e, a seguito di delazioni, il 7 novembre 1944 15 lappatesi sono arrestati dalle autorità fasciste con l'accusa di favoreggiamento di prigionieri nemici.

    26. Tofori. Il 15 novembre 1943, si costituisce la formazione partigiana STS (dalle iniziali dei paesi di S. Andrea in Caprile, Tofori, S. Gennaro). Opera sulle Pizzorne e lungo la via statale Pesciatina. Ne fanno parte 33 partigiani e 11 collaboratori. Nei primi giorni del settembre 1944 i partigiani della STS guidano e precedono gli Alleati nella liberazione delle suddette località.

    27. S. Gennaro. Il 20 luglio 1944, viene catturato e immediatamente fucilato un partigiano. Pochi giorni dopo uccisi in paese 8 civili.

    28. S. Pietro a Marcigliano. Il 9 agosto 1944, viene ucciso dai tedeschi Bruno Bindi, 21 anni, partigiano della STS.

    29. Gragnano. Presso Villa Mandoli Il 3 settembre 1944, i tedeschi in ritirata fucilano due civili Antonio Chines e Angelo Pera, ritenuti collaboratori dei partigiani.

    30. Petrognano. Cippo commemorativo a Petrognano Il 6 settembre 1944, i tedeschi catturano e uccidono Ilio Menicucci, comandante della formazione partigiana STS e un altro partigiano.

    31. S. Andrea in Caprile. Lapide nel cimitero del paese. Nell'ottobre 1944, dopo aver salvato la vita a due persone finite nei campi minati sulle Pizzorne, Luigi Perna, già partigiano della formazione STS, muore per le ferite riportate nel tentativo di salvare una terza persona.
     

    PARCO DELLA RESISTENZA E DELLA MEMORIA

    GHIGO il CARBONAIO. Dopo l’8 settembre, i prigionieri di guerra della villa Pardini furono liberati dagli italiani. Molti di essi furono tenuti nascosti con l’aiuto della popolazione civile, integralmente coesa in quest’opera: un massiccio tentativo di rastrellamento da parte dei tedeschi, che vide anche il sequestro del Parroco, non portò ad alcun risultato. Significativa è la storia del ventenne soldato inglese Doug Harrison e di Federico (Ghigo) Gelli, carbonaio: questi, a rischio della vita sua e dei suoi familiari, gli costruì un rifugio (una buca nel monte della Pinetina) e gli portò regolarmente viveri e vestiti. In questo fu sempre aiutato da altri membri della comunità di Matraia.
    Matraia

    PIERO CALAMANDREI estratto dal discorso agli studenti milanesi del 26 gennaio 1955

    “Uno dei miracoli del periodo della Resistenza fu la concordia fra partiti diversi, dai liberali ai comunisti, su un programma comune. Era un programma di battaglia: Via i fascisti! Via i tedeschi!
    Questo programma fu adempiuto. Ma il programma comune di pace, fu fatto in un momento successivo. E fu la Costituzione.
    La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, ma come un programma politico.

    La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: lo lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno, rimetterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere quelle promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza …. si vive in regime di libertà, ci sono altre cose da fare che interessarsi di politica.

    Però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso d’asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso d’angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica”.
    Valgiano

    BRUNO BINDI, Partigiano. partigiano della formazione S.T.S.. alla quale si era aggregato poco più che ventenne. Fu sorpreso con altri partigiani in località Colli da una pattuglia di tedeschi e quindi fucilato. Nel luogo della fucilazione c’è il monumento che ne ricorda il sacrificio ed è possibile vederlo seguendo le indicazioni che sono state messe a partire dalla località Colli (per raggiungerla vedi cartello poco distante, andando verso il cimitero, segnale bianco e rosso n° 13; oppure bivio a destra sulla strada per Matraia a 300 mt. da qui).
    S. Pietro a Marcigliano

    LUIGI PERNA, Partigiano. Luigi Perna era un partigiano della formazione S.T.S. (dalle iniziali dei paesi di S. Andrea in Caprile, Tofori, S. Gennaro), costituitasi il 15 novembre 1943. Riuscì a salvare tre persone rimaste nei campi minati sulle Pizzorne, ma durante l’ultimo tentativo saltò lui stesso su una mina e rimase ucciso, riuscendo comunque a salvare l’uomo che aveva soccorso.  Da rimarcare che nella zona delle Pizzorne i tedeschi avevano disseminato moltissime mine, come dimostra la morte, nel dopoguerra, di due bambini di Matraia (Mario Dinelli nel 1948 e Mario Sacchet nel 1953).
    S. Andrea in Caprile

    CLOTILDE NARDINI. Nel 1934 Clotilde Nardini, giovane donna di Tofori, divenne la tata di due bambini ebrei di Firenze: Silvano e Ornella Sorani. Nonostante le leggi razziali del 1938 riuscì a rimanere in servizio coi bimbi grazie ad uno stratagemma: una finta assunzione da parte di una famiglia cattolica che abitava sullo stesso pianerottolo dei Sorani. Però dopo l’8 settembre 1943 i genitori di Ornella e Silvano furono costretti a rifugiarsi in un convento vicino Firenze, in località Querceto, dove i bambini non potevano entrare. Clotilde allora li portò con sé a Tofori, dove restarono per 8 mesi. Qui continuarono gli studi con la sorella di Clotilde e furono protetti dall’intera comunità del paese, fino al ricongiungimento con i genitori dopo la liberazione di Firenze. Per questo gesto di solidarietà gratuita e per il coraggio di mettere a rischio la propria vita per salvare quella di chi era in pericolo, Clotilde è stata dichiarata “GIusta fra le Nazioni”.
    Tofori

    DUILIO MANCINIPartigiano. Faceva parte della formazione STS con Ilio Menicucci e aveva partecipato alla campagna di Russia come alpino. Sorpreso il 6 settembre vicino alla fattoria di Fubbiano con indosso armamenti, riuscì a fuggire verso la fattoria Gambaro, ma fu raggiunto e fucilato. Il suo cadavere fu ritrovato qualche giorno dopo.
    Tofori

    ILIO MENICUCCI Partigiano. Nato a San Gennaro nel 1921, fu ufficiale nell’esercito, prima col grado di sottotenente, poi come tenente. Con la divisione alpina “Giulia“ partecipò alle operazioni di guerra sul fronte greco-albanese e alla tragica campagna di Russia. Le esperienze vissute, in particolare la disfatta in Russia, lo portarono come molti altri italiani a maturare una nuova visione. Dopo l’8 settembre rifiutò l’ordine di rientrare nell’esercito e fu tra i fondatori e l’animatore del gruppo partigiano S.T.S. (“San Gennaro Tofori e Sant’Andrea”), di cui fu riconosciuto comandante. Ilio, dopo uno scontro a fuoco, fu catturato dai tedeschi a Petrognano il 6 settembre 1944, il giorno prima della liberazione del paese di San Gennaro da parte degli alleati. Fu quindi portato nella villa Borromei, dove fu interrogato e torturato. Poi nei campi sotto la stessa villa fu costretto a scavarsi la fossa e fucilato. La croce che fu posta allora da amici, parenti e partigiani sul luogo della sua uccisione, è stata ritrovata dai nuovi proprietari della Villa Gambaro, ripulita e restaurata. E’ visitabile entrando dall’apposito ingresso nell’oliveto della fattoria.
    Petrognano

    LIVIO FRATESCHI, ALDO GIANNONI E GERMANA GIORGINI. Percorrendo il sentiero n° 17 (vedi cartello bianco e rosso vicino al cippo della Resistenza, direzione Collodi), si incontra a sinistra, poco prima di Collodi, un monumento che ricorda una rappresaglia avvenuta il 26 aprile 1944. Le premesse sono la guerriglia condotta dai partigiani nella zona a cavallo fra Capannori e Pescia, ma l’episodio scatenante è l’uccisione di due militari tedeschi da parte di due soldati di origine polacca, sbandati e dediti al saccheggio, sorpresi alla cartiera Vamberti mentre tentavano un furto. I due sbandati avevano già ucciso il capitano della milizia fascista Francesco Rosellini. Il comando tedesco, vista la fuga dei polacchi, indirizzò la vendetta sui collaboratori dei partigiani, rastrellando in tutta la zona nei dintorni di Collodi, portando gli ostaggi in questa località e costringendoli a scavarsi la fossa prima della fucilazione. Livio Frateschi e Aldo Giannoni avevano 19 anni, Germana Giorgini 26.
    S. Gennaro

     

    Video "La via della Memoria"

    La “Via della Memoria”, ossia il percorso che unisce i luoghi della Memoria storica del territorio promuovendo i principi di libertà e di solidarietà, è raccontata anche attraverso un video prodotto dal Comune di Capannori in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Lucca (Isrec) con il contributo della Regione Toscana.

    Il filmato, realizzato dal videomaker Simone Tomei e ideato dallo storico Emmanuel Pesi, vede protagonista una giovane, Irene Pellegrini, che visita i luoghi della Memoria di Capannori, dai boschi delle Pizzorne al Lago della Gherardesca, da Lunata a Ruota. Cataldo Russo, voce narrante, descrive questo percorso attraverso un testo ispirato al discorso di Piero Calamandrei agli studenti del 26 gennaio 1955.

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